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Storie di un disastro

Lo stato del come
- o piccolo, o minuto, o nulla




La cura del dettaglio è un archetipo. 
Un momento dialettico intorno ad un elemento ricorsivo e ridondante. 
L'accadere degli opposti lungo chilometri di storie e di calanchi, fra la monotonia multicromatica dei paesaggi e lutti. 
Tempesta di bellezza oltre l’abbondanza dell’abbandono. 

Una luce antica si distende, fino alla collina opposta:- identica, se non fosse per qualche tonalità di verde e di rosso e per la disponibilità della luce, che bagna di evidenze l’invisibile accessorio umano. 
Disincanto e l’allucinazione:- il dettaglio come antidoto per l’ingombrante. Né per leggerezza, né per soggezione, come per un gioco per dire distacco, sospensione, altrove.
SEnZa poter dire:- avvolgere l’invisibile con la fascinazione:- falsificazione attraverso il particolare.
Come per gioco di specchi e di copie, appesi alla luce di un sole che allarga e allaga:- il legame del detersivo e quello della lana, della zolla e dell’arsura, del visibilio ed del soave. 
Oltre l’oltre, crosta di luce profumata che si scheggia sui panni stesi ad asciugare.

©Confini

1. Il fiume Basento sotto i miei piedi è di color brunastro. Una sfumatura fra marrone e verde melma. Risalendo la strada chiusa che dal disastroso polo tecnologico attraversa la campagna, c’è una insenatura carica di alberi che non si specchiano per quanto è opaca e sporca l’acqua.

L’immagine che resta è quella delle fronde degli alberi calati quasi piangenti sul muso delle mucche che nonostante tutto, lì si abbeverano.
Poi una striscia luminosa bianca.
I denti di un uomo di colore che vive poco distante in una piccola casa di campagna.

Poco o tutto:- presto si impara a piangere e senza lacrimare.
Pianto di fiore invisibile sulla tregua profumata di acqua.
Nell’epoca del pressappoco di fiume in fiume, tacita poetica della distruzione.
2. Dove sono nata è diventato un posto di morti. 
I muri del paese sono coperti da metri e metri di manifesti. Urbanistica dell'industria petrol-chimica.
Dove sono nata il fiume ha perso l'azzurro ed è diventato di tanti colori. Dal marrone, al nero petrolio, al verde ai fanghi.
Dove sono nata non si nasce più.
Dove sono nata non vivo più.
Eppure, la morte è sempre in tasca.
Identità di una radice senza appartenenza.
Quando sono nata un morso mi ha segnato il fianco destro.
Identità della porta.
Complessità della soglia.
Ora non nasco mai, se non per morire un po'.
Moto della pietra.
Gioia del silenzio.
Tortura del silenzio.
...
(Eppure la morte conversa con una ricercata bellezza-: l'incessante)
3. Le mani della vedova si allungano sui fili per stendere 
le dita imperlate dalla luce di un nuovo sole e dai rami di buoganville con i boccioli che appena accennano sbalorditi sulla fioritura
Accompagnava il marito alla chemioterapia le hanno detto che le cellule sono di nuovo impazzite nel suo intestino
Il marito l'ha sepolto due mesi fa
Le sue cellule impazziranno fino alla morte
Come la vicina del piano di sotto
Come tutti i giorni qualcuno
Come tutti i giorni le autobotti porteranno la morte
Sotto un cielo che manca il lessico per poter dire splendido
Non so se sia sgomento o meraviglia parlare di fiumi parlare ai fiumi
Quasi come una preghiera
Quasi come una supplica